OMAGGI AI DIPENDENTI

Dic 11, 2020Consulenza Lavoro

Trattiamo oggi un tema che forse alcuni datori di lavoro si stanno trovando ad affrontare, con le imminenti festività natalizie: gli omaggi ai dipendenti.

Con l’avvicinarsi del Santo Natale infatti capita di frequente che l’impresa voglia erogare ai propri dipendenti degli omaggi (si pensi, ad esempio, al classico “cesto di Natale”).
Bisogna da subito premettere che questo strumento non costituisce in alcun modo un obbligo per il datore di lavoro, ma una sua libera scelta.

 

La disciplina degli omaggi natalizi rientra nella più ampia categoria dei beni in natura, in cui rientrano anche i noti fringe benefit, ossia forme di welfare aziendale semplificato (ad esempio i buoni spesa, buoni carburante, ecc.).

Secondo l’art. 51 del Tuir anche gli omaggi (rectus, le erogazioni liberali) concessi ai dipendenti sono completamente detassati qualora non venga superato il limite annuo di € 258,23. Solo per il 2020 tale limite è stato innalzato ad € 516,46.

Questo significa che, solo per il 2020, ogni lavoratore può ricevere fino a complessivi € 516,46 totalmente detassati. La detassazione riguarda sia il versante aziendalistico che quello soggettivo del lavoratore.

Tale limite è vincolante poiché, per effetto del principio di cumulabilità, deve essere considerata la totalità dei beni in natura ricevuti dal lavoratore nell’anno (sia a titolo di omaggio, sia a titolo di fringe benefit).

Si pensi, a titolo esemplificativo, al welfare che sempre più contratti collettivi (CCNL) prevedono come obbligatorio: in questo caso bisogna considerare anche tali somme nel computo dei € 516,46.

Cosa accade se tale limite viene superato? In questo caso scatta l’imponibilità della totalità dell’importo, non solo dell’eccedenza a tale limite.

Infatti se si erogano, ad esempio, € 1.000,00 ad un singolo lavoratore per l’anno 2020, l’imponibilità è sui complessivi € 1.000,00 (e non della sola differenza tra i 516.46 detassati e i 1.000,00).

Tali omaggi, proprio in quanto tali, possono essere erogati anche ad un solo dipendente e non necessariamente alla totalità e/o a categorie omogenee di lavoratori.

Questi strumenti di welfare semplificato sono, nella prassi aziendale ed in quella cooperativistica, sempre più utilizzati poiché permettono da un lato di ridurre i costi e, dall’altro, di incentivare motivando i lavoratori e riducendo i mismatch.

Ulteriore vantaggio è che Il costo sostenuto dal datore di lavoro per l’acquisto di tali beni è un costo deducibile dal reddito d’impresa.

 

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